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Salvo Foranna: “Empoli marcia in più ma il campione emerge in modo diverso”

La domenica delle Palme ci riserva una bella chiacchierata con un amico di lunga data. Lui è Salvo Foranna, un uomo che dal calcio ha espresso il massimo delle proprie idee, a cavallo tra gli anni ’90 e il nuovo millennio, fatte di programmazione, cultura del lavoro e grande passione. Ventuno anni ad oggi, tanto è passato dalla decisione di mettersi in proprio e fondare la Teamsport Millennium insieme agli amici di sempre Marco Fiorito, Massimo Cagliari e Francesco Mascali e qualche anno più avanti con il fratello Fabio.
Un lungo e fantastico viaggio con a bordo centinaia di ragazzi che di quei colori, il bianco e il blu, e di quell’impianto, il Centro Sportivo Millennium, sono rimasti stregati nella buona e nella cattiva sorte, nella felicità di una vittoria e nella tristezza di una sconfitta. Avremmo preferito tempistiche differenti per catturare un attimo della stagione che tutt’oggi è sospesa. Ringraziamo Salvo e il suo Ufficio Stampa nella persona di Alessio Patti per la grande disponibilità mostrata e rinnovata anche in questa circostanza.

E come d’incanto tutto si è interrotto, purtroppo, sul più bello. Oggi pare che la battaglia più dura da affrontare sia la risoluzione del problema e la sua logica conseguenza.
E’ tutto così snervante! Quello che sta realmente venendo a mancare sono i valori che stanno dietro il nostro lavoro e le nostre attività. I pomeriggi di scuola calcio con i bambini che si divertono, le partite di settore giovanile con i ragazzi che esultano e si contendono i titoli. Non è lo stesso senza queste emozioni che sono la base, non solo della quotidianità, ma anche il quid in più per raggiungere i nostri obiettivi. Manca gran parte della nostra linfa vitale. Poi noi piangiamo doppio, i nostri ragazzi stavano facendo un grande campionato e vedere le loro speranze mi fa veramente tanto dispiacere.

Oggi nessuno è proprietario di certezze. L’economia rischia il default e rischiano di allungarsi i tempi per la scoperta di un vaccino.
La salute assolutamente è al primo posto. Non che l’economia sia da meno, ma se vogliamo tornare alla normalità serve serenità e serve che, nel caso delle scuole calcio, i genitori siano sicuri di potersi concentrare tutti insieme in un unico luogo come i campi di calcio. Ci vorrà tempo, speriamo che per il prossimo autunno le paure si siano affievolite se non assopite del tutto e che vinca la voglia di tornare a vivere.

Virus a parte, la Teamsport è riuscita ad occupare a piccoli passi un ruolo di spessore. Il tempo è stato galantuomo ma grandi meriti vanno alla tua perseveranza. Quali sono i margini di miglioramento? 
Migliorarsi in un momento come questo è difficile, mettiamoci anche che abbiamo raggiunto vette altissime che già di per sè era difficile scavalcare ulteriormente. Allo stato attuale l’obiettivo per la prossima stagione sarà confermare l’ottimo lavoro di questa. E dopo questo disastro significherebbe vincere lo scudetto e la Champions League insieme. Ringrazio sempre la perseveranza di tutti, senza un collettivo del genere non avremmo potuto realizzare tutto questo.

Un giudizio anche sui primi mesi mossi dalla neonata matricola Triskele e sulla nuova esperienza al Mondial Sport.
Siamo abbastanza soddisfatti dei numeri del momento, ma è chiaro che puntavamo tantissimo sulla primavera e il nostro seminato non vedrà nessun raccolto, almeno in questi mesi. Paragonarlo all’inizio della Teamsport sminuirebbe il lavoro fatta da dirigenza e staff tecnico perchè quella della Triskele è una macchina ben funzionante. Allora avemmo un boom, che adesso non c’è stato perchè c’è più concorrenza e perchè in precedenza c’era un’altra società che si è poi spostata. La nostra forza è quella di non essere da soli e di avere tempo per il progetto.

La crescita della tua realtà stride con la pochezza di impianti comunali e privati nella provincia etnea. E’ cosi difficile realizzare un modello vincente in Sicilia? 
Ad oggi no, non ci sono i presupposti. Dobbiamo mantenere quelle poche strutture che abbiamo e sfruttarle al meglio. Ma di possibilità crescita di strutture non c’è nemmeno l’ombra per motivi politici e istituzionali che siamo ormai nauseati di ripetere. La speranza è l’ultima a morire, ma non facciamoci troppe illusioni.

La Teamsport ha puntato forte oltre 5 anni fa sull’Empoli. 
L’affiliazione all’Empoli ha dato un’importante marcia in più alla crescita tecnica e alla nostra immagine. Dal 2015, i nostri istruttori si confrontano costantemente con una realtà che, come sappiamo, da decenni spicca nel campo del lavoro con i giovani e per noi è fondamentale apprendere dal loro lavoro, sia consolidato che sperimentale. Non ci sono secondi fini, non abbiamo stretto un rapporto di affiliazione con l’Empoli perchè vogliamo piazzare ragazzi, non è così che funziona e sarebbe solo controproducente perchè vivremmo di false speranze. Il campione viene fuori in modo diverso, quello che a noi preme fortemente è il confronto con uno staff tecnico professionistico che ci aiuti a trarre il meglio, sportivamente e umanamente, da ogni bambino.

Tra le esperienze più belle di questa stagione quale è l’istantanea, l’emozione, la vittoria più bella che la Teamsport ha ottenuto?
Ricordo con tantissima emozione la finale degli Esordienti 2008 al torneo di Taormina (il Perla dello Ionio 2019) contro la Segato. Abbiamo perso 2-1, ma a me dei risultati non è mai importato fino in fondo. La vera felicità è stata vedere il nostro lavoro dare importanti frutti, perchè potevamo competere con una squadra tutta selezionata come la Segato che tutti conosciamo per il suo stampo di selezione praticamente professionistico. Quel giorno ci siamo sentiti veramente orgogliosi, avevamo avuto la prova che stavamo applicando metodi e valori corretti.

Il tuo timbro nell’organizzazione degli eventi più importanti a carattere amatoriale. Quali sono i momenti che ricordi con più felicità?
Che bei ricordi! L’anno del rilancio del Torneo Teamsport, dopo l’interruzione dello storico torneo a 5 più famoso della Sicilia è uno dei ricordi più piacevoli. È stata una scommessa vinta a pieno regime, specie vista l’eredità che si portava dal precedente che aveva visto giocatori famosissimi di stampo internazionale. Nel calcio a 7, ricordo quando al Millennium si facevano tornei in terra battuta, in cui il calcio aveva un altro sapore. Poi cambiammo registro e subentro il C.D.M che ha regalato altrettanti momenti stupendi. Abbiamo fatto un bel passaggio di consegne e il torneo ha saputo crescere bene.

Salvo Foranna cosa si aspetta dal post Coronavirus?
Mi aspetto di risvegliarmi dopo un brutto sogno e dimenticare al più presto questa brutta storia, che ha messo in ginocchio 60 milioni di italiani. Penso sempre ai sorrisi dei bambini che mi mancano tantissimo. Grazie a questi pensieri trovo la motivazione giusta per pensare ad un grande ritorno. Dobbiamo essere tutti forti.

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